30 ottobre 2017

Change management: dalla decisione top-down alla partecipazione di tutte le componenti aziendali

Change management: dalla decisione top-down alla partecipazione di tutte le componenti aziendali

Il webinar di Marco Grazioli, Presidente di The European House – Ambrosetti, è il quinto appuntamento di una serie sull’innovazione nell’ambito di team aziendali. Potete consultare i video dei precedenti incontri qui.Lo stile di leadership più efficace per i nostri tempi, viene riassunto da Grazioli nell’affermazione: “non decisioni ma partecipazione”, pur con i dovuti distinguo su dimensioni e complessità dell’azienda specifica (rientra nell’azienda complessa una multi business e multi Paese e sopra le 10.000 persone).3 sono le variabili su cui operare per ottenere dei cambiamenti: Organizzazione Processi PersoneSolitamente si hanno “stili” manageriali costanti. Un manager tende a guardare per primo uno di questi elementi mentre la realtà è un mix (e a seconda delle dimensioni e complessità dell’azienda, hanno anche un impatto diverso).Il primo consiglio per dei risultati migliori è di non affezionarsi al proprio “stile” ma guardare, anzi, per prime le altre variabili.Il cambiamento può essere almeno a 3 livelli: Individuo Gruppi Organizzazione L’individuo è una Long Lasting Machine ma come esseri umani siamo tutti tendenzialmente restii al cambiamento (c’entra con le aspettative verso il futuro, non con la fascia d’età) e ne abbiamo paura. Il gruppo (sotto le 15 unità) produce grande senso di appartenenza, di solidarietà, quando si rinforza, il piccolo gruppo aiuta a superare le paure dei singoli e a produrre innovazione. Quando si vuole produrre un’accelerazione si deve ricorrere proprio a piccoli gruppi.I piccoli gruppi temono di essere esclusi dal mercato delle ricompense, “ingigantiscono” le minacce. L’organizzazione: quando tutte le parti sono ben coordinate si ha il massimo della potenzialità realizzativa, non solo a conto economico ma anche in termini patrimoniali.Le teorie, di stampo anglosassone, fino a pochi anni fa dicevano che se all’interno di un’organizzazione si vuole operare un cambiamento serve almeno il 10-30% del consenso. Ora queste teorie risultano superate e le ricerche recenti parlano di un consenso il più possibile vicino alla totalità degli individui.Da qui, si comprende la crescente importanza della capacità di coinvolgere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile: è questa la grande sfida della leadership di oggi, anche ad alti livelli. I 4 ingredienti manageriali che ci permettono di alimentare il cambiamento sono: Ideologia: avere il coraggio di una presa di posizione “manichea”, anche con una certa forza qualora fosse necessario. Leadership: saper fare proseliti attorno a racconti di successo (da attingere o nell’heritage o nella visione del futuro, a scelta). Tattica Organizzativa: la capacità di guardare nel dettaglio anziché troppo al globale spesso viene recepito come una maggior autorevolezza e fa più proseliti di grandi progetti globali astratti. Mobilitazione: Quanto si riesce ad attivare le persone? Oltre al convincere, occorre dare seguito con la capacità di far fare le cose che si vogliono Qualche regola sulla Mobilitazione e come attuarla efficacemente  NO grandi mobilitazioni una volta l’anno, SI ai flashmob (anche settimanali, in ogni caso eventi frequenti). Rispetto al passato le persone sono guidate sempre più dalle em\ozioni: se non si prova a darne, non si tengono insieme le persone. NO alla coerenza totale, SI alla frequenza delle azioni. Rispetto al passato le persone sono trainate dalla possibilità di self expression. Due consigli da mettere in pratica ogni giorno:  Donare le informazioni generali circa il business/funzioni/risultati tutte, subito (prenderle, sintetizzarle e, se possibile “ideologizzarle”). Tutte le persone si attivano sui problemi e non sulle soluzioni